L’esodo dei Rohingya. 2018/2

È uscito il n. 2-2018 della rivista Solidarietà internazionale. In questo numero… La Copertina: L’esodo dei Rohingya – Dossier Banning Poverty: Lottare contro l’ingiustizia per sradicare l’impoverimento.

 Editoriale – Ecumenismo made in Italy

Una guerra mondiale frammentata, nascosta, talvolta inosservata, continua oggi ad alimentare le disuguaglianze che la storia ci ha, purtroppo, riservato nel corso dei secoli. La povertà di milioni di persone nel mondo è strettamente legata ad un commercio mastodontico di armi, nonché alla ricchezza spropositata di un pugno di individui, che prosperano sempre più e che consentono silenziosamente che la guerra gonfi il loro portafoglio. I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e continuano a crescere di numero, mentre il mercato delle armi ha raggiunto i livelli della guerra fredda.

La copertina – L’esodo dei Rohingya

A cura di Erberto Zani

  1. Un vero genocidio, di E. Zani. Solo un anno fa il termine Rohingya era sconosciuto alla stragrande maggioranza dei paesi occidentali e, purtroppo, ancora oggi non riceve le attenzioni che dovrebbe ne il peso mediatico che gli andrebbe dedicato. Dietro a quella parola, così misteriosa e lontana, si nasconde invece un popolo che continua a subire i soprusi di uno stato crudele e duro, che tenta di cancellare centinaia di migliaia di persone dalla faccia della terra, mettendo in piedi tutto quel che serve per poter compiere una vera pulizia etnica, un vero genocidio.
  2. Apartheid, un nuovo termine per i Rohingya, di E. Giordana. Dopo che Amnesty International ha accertato e valutato attentamente le condizioni dei Rohingya in Myanmar, e dopo che questo stato è stato accusato di voler mettere a serio rischio l’esistenza di una minoranza etnica all’interno dei suoi confini, il popolo musulmano in Myanmar ha dovuto fare i conti con una nuova parola, ai più sconosciuta, ma con la quale fanno i conti tutti i giorni: Apartheid.

Banning poverty 2018 – Lottare contro l’ingiustizia per sradicare l’impoverimento.

a cura di Riccardo Petrella

“La mobilitazione della società civile «contro la povertà» sostenuta dalla comunità internazionale a livello locale, nazionale, mondiale tramite l’ONU, le sue numerose agenzie e la Banca Mondiale, è certamente importante ma non ha contribuito negli ultimi quarant’anni a modificare i fattori strutturali generatori dei processi d’impoverimento nel mondo. Non è riuscita, così, a impedire una nuova fase di riaffermazione ed aggravamento delle inuguaglianze tra gli esseri umani rispetto ai diritti e alla dignità.”

LE RUBRICHE DI SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE:

USA: la lobby delle armi perde consenso, di Giorgio Beretta. Dopo l’ennesima sparatoria avvenuta in una scuola, che ha aggiunto ulteriori vittime alla lunga scia di sangue che percorre la storia degli Stati Uniti, e dopo le manifestazioni di Washington, New York, Philadelphia, San Francisco e altre numerosissime città sparse per i cinquanta stati americani, la lobby delle armi, nonostante abbia dalla sua parte un presidente favorevole alle sue politiche di libera vendita e commercio senza regolamentazioni, si riscopre debole, tramortita, vuota.

Elezioni e generi, di Giancarla Codrignani. Nonostante tutti gli scandali legati alle molestie sessuali richiedano una considerazione della donna totalmente differente da come viene percepita da millenni, sia a livello politico che a livello culturale, e nonostante il Rosatellum abbia accresciuto il numero delle donne che si sono candidate alòle politiche del 4 marzo, il genere femminile sembra essere sparito dalle logiche di costruzione di un domani migliore. Dopo anni di battaglie passate e presenti, ora è giunto probabilmente il momento cruciale per il genere femminile.

Verso le europee, di Roberto Musacchio. Le elezioni italiane hanno confermato ciò che ciò che già avevamo constatato durante le elezioni di altri Paesi. I sistemi politici non reggono l’impatto con l’Europa reale e vengono messi in crisi. In Italia i due partiti che più di altri sono stati percepiti come gli architrave di questo ventennio di pilota automatico, il Pd e Forza Italia, vengono duramente penalizzati. Ne traggono beneficio in primo luogo le forze che sono apparse contro questo establishment e cioè il Movimento 5 Stelle e la Lega

L’omertà della nostra stampa, di Luisa Morgantini. Durante le manifestazioni palestinesi sul confine di Gaza, un reporter, Yaser Murtaja, 30 anni, è stato colpito ed ucciso da un cecchino israeliano perché tentava di riprendere e documentare le rivolte del popolo palestinese. Nonostante questo fatto trascenda il conflitto fra due paesi, perché si uccide un esponente della stampa libera, i giornalisti del nostro paese continuano a coprire Israele e a non dedicare attenzione all’avvenimento, non capendo che con Yaser è morto un pezzo di ognuno di loro.

L’eurostar della politica e il bradipo della libertà religiosa, di B. Salvarani. Sono passati quasi trentacinque anni dalla revisione del Concordato, e dalla firma e approvazione parlamentare della prima intesa ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione. Il processo di revisione del Concordato fu lungo e complesso, e non mancarono momenti di tensione tra la delegazione vaticana e la commissione tecnica che negoziava per conto del Governo: cattolici o laici che fossero, i giuristi incaricati della trattativa avevano chiaro che qualsiasi Concordato, una volta di più, avrebbe sbilanciato il sistema delle relazioni tra lo Stato e le confessioni religiose a favore della chiesa cattolica. Quasi paradossalmente, però, dalla revisione concordataria si aprì una finestra di opportunità per l’applicazione di un articolo costituzionale sino allora trascurato.

GIRO DI RADAR:

ENI e Shell alla sbarra, di Luca Manes. I due colossi petroliferi sono sotto indagine dal 2013, quando una denuncia di Re:Commons ha fatto notare che gli 1,3 miliardi versati per l’acquisto di un blocco petrolifero offshore nigeriano, e che dovevano essere versati al governo della Nigeria, sono andati a finire in giri che lasciano presupporre un riciclaggio di denaro internazionale. Tutto ciò pone le due aziende in una situazione di forte crisi etica e morale: il petrolio vale più di terra, esseri umani e della sovranità di uno stato.

Vince ancora l’odio, di Cristiano Morsolin. La Colombia, primo produttore mondiale di cocaina, si conferma come principale paese conservatore dell’America latina, dove le destre ottengono la maggioranza relativa nelle elezioni parlamentari. Dall’altro lato dello scacchiere politico, il centrosinistra istituzionale formato dall’Alleanza Verde e dal Polo Democratico Alternativo aumenta i propri consensi, soprattutto grazie agli ecologisti.

Vogliamo solo salvarli, di Laura Giallombardo. Delle dieci ONG che avevano iniziato le missioni di ricerca e di recupero dei migranti in mare, ne sono rimaste solamente tre, fortemente ridimensionate dalle politiche dell’Unione Europea sul recupero diretto dei migranti. In uno scenario simile, i lesionati maggiori sono i migranti, ai quali è stato negato un programma di assistenza e di primo soccorso efficace.

Mille e mille “fiori nel deserto”, di Giulia Cerqueti. Le mutilazioni genitali femminili sono una brutale consuetudine che è ancora largamente praticata in molti paesi dell’Africa e dell’Asia, una sorta di sanguinosa e scellerata tradizione che mette a repentaglio la vita di decine di migliaia di bambine in tutto il mondo. Waris Dirie è un ex top model di successo che ha vissuto sulla sua pelle le brutalità della mutilazione genitale femminile e che parla direttamente e senza filtro su come sia rischiosa e senza senso una simile pratica.

Due donne, due continenti. Gli stessi diritti., di Gabriele Pinardi. Francinara Barè  e Victoria Tauli – Corpuz sono due indigene che si battono per difendere i diritti umani. La prima opera e lotta in Brasile, anche se ormai ha dovuto lasciare la sua terra per i rischi ai quali lei e la sua famiglia erano esposti; la seconda, relatrice speciale ONU sui diritti dei popoli indigeni, è filippina e ha rischiato la vita per difendere il posto in cui è nata è vissuta. Entrambe vivono attraverso una lotta che è fatta di amore e speranza.

Luci ed ombre sul principato, di Niccolò Rinaldi. Il principato di Monaco, paese sito a una manciata di chilometri dallo stivale e che affaccia direttamente sul Mediterraneo, ha la popolazione che equivale ad una città di piccole dimensioni, eppure può vantare un capitale di gran lunga superiore a un gran numero di paesi europei. Cosa si nasconde dietro gli ori e gli avori del famigerato principato?

La colonna sonora della resistenza, di Maddalena Pezzotti. Il rebetiko è uno degli elementi fondativi della cultura greca. Musica dei poveri e degli oppressi, ha attraversato decadi di protesta sociale, contestazione studentesca, resistenza politica e insurrezione popolare. Durante la crisi economica ha fatto da colonna sonora alle piazze contro l’establishment finanziario.

C’è un’alternativa alla partenza, di Giada Cicognola. In un’intervista ad Assane Samb, operatore di uno degli sportelli del progetto “Ponti”, ci viene raccontata la drammatica impresa di tutti coloro che sono partiti senza mai arrivare alla terra promessa e anche il profondo rammarico di chi, giunto a destinazione, ha scoperto un’Europa totalmente differente da quella che si immaginavano. Le ragioni per non partire esistono. Per gli africani, la terra promessa può tornare ad essere l’Africa stessa.

Quale cooperazione nel XXI secolo?, di Rosario Lembo. Se la cooperazione vuole tornare ad essere uno strumento finalizzato alla promozione dei diritti umani e del vivere insieme, è necessario un cambiamento di ottica rispetto al modello di sviluppo che è possibile promuovere, alle politiche di sostenibilità ambientale che si intende sostenere, alle priorità tematiche che dovrebbero essere tra le priorità della cooperazione internazionale.

CIPSI:

Credere nell’umanità, di Guido Barbera. Uno sguardo sulla situazione attuale, con particolare attenzione ai giovani e ai bambini; una riflessione profonda e sincera sulla condizione umana odierna, che sembra scappare dietro l’orizzonte di un domani sereno e in pace fra gli esseri umani. Si può credere nell’umanità? Quali sono i lavori da svolgere per poter tornare sulla retta via ed evitare il disastro? Quali le strade da percorrere insieme?

 A TU PER TU con Ibrhima – Per arrivare fino a qui. Ti racconto tutto,  di Giulia Segna.

Il viaggio verso l’Europa che non arriva mai, il dolore della partenza e dell’abbandono di ogni cosa unito alla speranza e alla luce del domani che brilla negli occhi di chi parte. Il racconto di “Ibra” è dettagliato e sincero; ci accompagna attraverso le tappe del suo lungo cammino. Il distacco, la paura, il dolore, la gioia ritrovata: tutte queste sensazioni ed emozioni hanno lasciato un segno indelebile nella vita di un giovane Gambiano che oggi, in Italia, è volontario in Servizio Civile presso una Cooperativa Agricola di Roma.

E ancora: le segnalazioni e la bacheca con eventi, appuntamenti e consigli editoriali a cura di Anna Tatananni.

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La Campagna Dichiariamo Illegale la Povertà DIP – insieme all’Università del Bene Comune e alla rivista Solidarietà internazionale del Cipsi – ha pubblicato un libretto monografico contenente i post e i commenti apparsi sul sito della campagna Banning Poverty durante gli ultimi tre anni, a cura di Riccardo Petrella (www.banningpoverty.org). In sintesi appunti, analisi, riflessioni sulla lotta alla povertà dal 2014 al 2017. Il libretto è un argomentario a favore della lotta dei cittadini contro il furto della vita che è rappresentato dall’impoverimento.

Fino a non molto tempo fa la povertà era considerata come una malattia sociale naturale: ci sono sempre stati i poveri, ci sono i poveri e ci saranno sempre i poveri. In linea con questa credenza, la sola politica possibile, realista, era quella del soccorso, della carità, dell’aiuto a curarsi dalle conseguenze più deleterie e a «guarire» se possibile. Invece noi dell’iniziativa “Dichiariamo Illegale la povertà” DIP – Banning Poverty 2018, crediamo che sia necessario rimuovere le cause strutturali della povertà (www.banningpoverty.org). Vi invitiamo a ordinare copie del libretto!

Chi desidera ordinarne copie scriva a cipsi@cipsi.it

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